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Scrolliamo i social tutti i giorni. Tra una foto di vacanze e un video di ricette da record spunta spesso il “guru” di turno che promette rendimenti stellari senza rischi, magari con qualche slogan tipo “lavori da casa e guadagni migliaia di euro”. Peccato che, dietro quelle promesse, di solito non ci sia alcun investimento serio ma il solito schema Ponzi riverniciato a dovere.
La risposta di Consob
Proprio per smascherare queste trappole, Consob ha lanciato una campagna social con un testimonial d’eccezione: Charles Ponzi in persona (o meglio, il suo fantasma digitale). Il messaggio è semplice: se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, quasi sempre è una truffa.
I numeri (purtroppo) parlano chiaro
Nel 2023 la Polizia Postale ha raccolto più di 3.400 denunce per truffe legate al trading online, con perdite medie tra 150.000 e 200.000 euro a vittima. Stiamo parlando di oltre 110 milioni di euro evaporati in dodici mesi.
Perché rivolgersi a un consulente finanziario iscritto all’Albo
Trasparenza e controlli – L’iscrizione all’Albo OCF garantisce verifiche costanti su onorabilità, competenze e formazione continua.
Protezione del cliente – Il consulente abilitato deve rispettare norme precise (Mifid II, antiriciclaggio, protezione dei dati) e può essere sanzionato se non lo fa.
Strategie su misura – I “guru” vendono la stessa ricetta a tutti; un professionista parte dai tuoi obiettivi, dalla tua situazione patrimoniale e dal tuo profilo di rischio.
Educazione prima di tutto – Un bravo consulente ti spiega pro e contro con parole semplici, così puoi decidere in modo consapevole.
Come riconoscere le promesse fasulle
Rendimenti alti e garantiti? Nessun investimento reale offre grandi guadagni senza rischio.
Pressione a decidere subito? È una tattica per non farti ragionare.
Mancanza di documenti? Se non c’è un prospetto approvato o almeno un contratto chiaro, fermati.
Canali “alternativi” di pagamento (crypto anonime, carte ricaricabili)? Semaforo rosso.
Il mio impegno
Da consulente finanziario iscritto all’Albo, il mio compito è proteggere i risparmi delle famiglie e delle imprese, aiutandole a investire in modo sicuro e sostenibile nel tempo. Lo faccio con un linguaggio chiaro, dati alla mano e strategie pensate per chi ho di fronte, non per chiunque.
Prima di versare anche solo un euro, scrivimi o chiamami. Analizzeremo insieme la proposta per capire se è davvero un’opportunità o solo l’ennesima favola raccontata dal “fuffa guru” di turno. Meglio un controllo in più che un rimpianto dopo.
Contattami ora e metti al sicuro i tuoi risparmi.
Quante volte abbiamo pensato: "Meglio tenere i soldi sul conto, così sono sempre disponibili"?
È un ragionamento comprensibile, ma che spesso porta a commettere un errore che può costare caro nel tempo.
In questo articolo voglio spiegarti perché lasciare troppa liquidità sul conto corrente non è una scelta vincente, e come puoi invece gestire in modo più intelligente i tuoi risparmi. Non servono formule complicate o lauree in economia: bastano poche semplici regole e un pizzico di buon senso.
Tenere una parte di soldi sul conto corrente è giusto e necessario. Servono per le spese quotidiane, per le emergenze, per stare tranquilli.
Ma quando i soldi sul conto diventano troppi, succedono due cose:
Non rendono nulla → il denaro fermo non lavora per te.
Perde valore → a causa dell'inflazione, con il tempo quei soldi valgono sempre meno.
In altre parole: stai rinunciando a far crescere il tuo patrimonio e, senza accorgertene, lo stai anche facendo erodere.
Una domanda che spesso mi fanno i clienti è proprio questa: "Ma allora quanti soldi dovrei lasciare sul conto?"
Ecco un metodo semplice per rispondere.
1️⃣ Calcola il fabbisogno mensile
Scrivi, anche su un foglio di carta, quanto spendi in media ogni mese per:
spese fisse (affitto, mutuo, bollette, assicurazioni, spese scolastiche)
spese variabili (spesa alimentare, trasporti, svago)
eventuali rate o impegni già presi
2️⃣ Costruisci il tuo cuscinetto di sicurezza
È sempre saggio avere da parte una somma per le emergenze (un guasto, un imprevisto sul lavoro, una spesa medica).
Il consiglio pratico è di tenere sul conto una somma pari a 3-6 mesi delle tue spese mensili medie.
Ad esempio:
Se spendi 2.000 euro al mese → è ragionevole avere tra 6.000 e 12.000 euro di liquidità.
3️⃣ Valuta se hai esigenze particolari
Ci sono casi in cui potresti decidere di tenere un po’ più di liquidità:
se hai in programma una grossa spesa a breve (auto, viaggio, ristrutturazione)
se hai un lavoro molto instabile e vuoi un margine di sicurezza maggiore
Tutto ciò che va oltre il tuo cuscinetto di sicurezza non dovrebbe restare fermo sul conto.
Perché? Perché esistono strumenti e soluzioni che ti permettono di:
✅ proteggere il valore dei tuoi risparmi
✅ ottenere rendimenti migliori nel tempo
✅ costruire un patrimonio che lavora per te
La chiave è avere un piano chiaro, costruito in base ai tuoi obiettivi e alla tua situazione personale. Un bravo consulente ti può aiutare proprio in questo.
Lasciare i soldi sul conto è comodo. Ma a lungo andare può essere un errore costoso.
Con un po’ di consapevolezza e con le giuste scelte puoi fare molto di più per il tuo futuro.
Se vuoi capire come ottimizzare la gestione della tua liquidità e pianificare al meglio i tuoi risparmi, scrivimi: sarò felice di aiutarti.
Negli ultimi anni, sempre più investitori e professionisti del settore hanno iniziato a guardare ai mercati privati non solo come un’opportunità, ma come una necessità. In questo articolo voglio condividere con te i punti salienti emersi dalla serie “In Focus Private Markets – Maggio 2025”, che ho letto con grande attenzione. Troverai dati, riflessioni e trend molto interessanti – e anche qualche consiglio pratico per capire se vale la pena approfondire questi strumenti per il tuo portafoglio.
Partiamo da una premessa incoraggiante: il 2025 si sta rivelando un anno molto positivo per i mercati privati. Dopo il rallentamento post-2021, si assiste a un rimbalzo significativo, grazie a politiche monetarie più favorevoli e al boom di settori come l’intelligenza artificiale e le infrastrutture tecnologiche.
Secondo Adams Street Partners, il dry powder nel debito privato ha superato i 520 miliardi di dollari: un’enorme quantità di capitale pronto per essere investito. BlackRock, da parte sua, stima che il valore totale degli asset privati salirà da 13 a oltre 20 trilioni di dollari entro il 2030. Sono numeri che parlano da soli.
E non sono solo le istituzioni a muoversi. Uno studio di Aviva Investors rivela che il 73% degli investitori istituzionali crede che i mercati privati batteranno i pubblici in termini di performance nei prossimi cinque anni. La corsa è appena cominciata.
Forse non ce ne rendiamo conto, ma anche da noi il settore sta crescendo. I dati parlano chiaro: nel 2024 in Italia sono stati investiti 20 miliardi di euro nei mercati privati, di cui:
14,9 miliardi in private equity e venture capital (+83% rispetto al 2023)
5 miliardi in private debt (+53%)
Ma la cosa che mi ha colpito di più è un'altra: 24 operatori italiani stanno già lavorando su strategie tematiche, metà delle quali focalizzate su tecnologie. È un segnale chiaro che qualcosa sta cambiando, anche da noi.
Se segui da un po’ il mondo degli investimenti, sai bene cos’è il classico portafoglio 60/40: 60% azioni, 40% obbligazioni. È stato per decenni un pilastro della diversificazione. Ma oggi, con tassi bassi, correlazioni impazzite e mercati sempre più imprevedibili, forse è il momento di voltare pagina.
Secondo Natixis Investment Managers, quasi la metà dei consulenti finanziari considera i private asset una valida alternativa in questo contesto, e il 56% prevede di aumentarne l’utilizzo. Non solo per rendimento, ma anche per ridurre la volatilità complessiva del portafoglio.
Una delle cose che mi appassionano di più è come i mercati privati si stiano “democratizzando”. Grazie a nuove normative come l’Eltif 2.0, sempre più investitori possono accedere a strumenti che fino a pochi anni fa erano riservati solo ai grandi fondi pensione o ai family office.
Oggi, anche un investitore individuale – se ben guidato – può esplorare opportunità in:
Private equity
Private debt
Infrastrutture sostenibili
Real estate a lungo termine
Naturalmente serve attenzione: sono strumenti meno liquidi, più complessi e con orizzonti temporali lunghi. Ma con la giusta consulenza, possono diventare un vero pilastro di crescita e stabilità.
Sempre più consulenti, private banker e wealth manager stanno integrando soluzioni di private markets nei portafogli dei loro clienti. Lo fanno per rispondere a nuove esigenze: protezione dall’inflazione, diversificazione reale, accesso a settori in forte espansione.
Come spiega Carlo Giausa di Mediobanca Premier, stiamo assistendo a una vera convergenza tra asset manager tradizionali e operatori dei mercati privati. Anche i clienti più “sofisticati” si stanno aprendo a queste soluzioni, compresi fondi PIR-compliant o evergreen.
E la tecnologia? Anche qui grandi novità: intelligenza artificiale, analisi dati e automazione stanno rendendo più accessibile questo mondo, migliorando la due diligence e abbattendo le barriere all’ingresso.
Quello che emerge chiaramente è che i mercati privati non sono più un'opzione di nicchia. Sono una risposta concreta alle sfide dell’investimento moderno. Certo, richiedono una valutazione attenta, un buon orizzonte temporale e una strategia su misura. Ma le opportunità ci sono, e sono sempre più accessibili.
Se vuoi saperne di più, analizzare insieme la tua situazione attuale e valutare come integrare i private markets nel tuo portafoglio, possiamo fissare una videocall gratuita di 30 minuti.
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Diversificazione del portafoglio
Accesso a risorse private che vanno da soluzioni singole a multi-strategy
Almeno il 70% investito in private equity, private credit, prestiti e settore immobiliare
I veicoli singoli possono offrire un ampio accesso tra settori e aree geografiche
Struttura accessibile
Flessibilità di investimento attraverso una gamma di strutture adatte agli investitori retail
Vincolo di massima leva finanziaria pari al 30% del NAV (Net Asset Value) del fondo
Termini di investimento flessibili
Importo minimo di investimento ridotto a partire da 10.000 €
Veicoli con meno richiami di capitale e periodi di investimento più brevi
Strutture di commissioni sempre più competitive per investire nei mercati privati
Mercato ELTIF
L'offerta di ELTIF da parte dei gestori patrimoniali è cresciuta velocemente negli ultimi anni, con un rapido aumento del numero di prodotti registrati
Regolamento ELTIF
Nonostante il regolamento ELTIF originale sia un efficace catalizzatore per questa tipologia di investimento, sono state sollevate obiezioni sul livello di restrizione e commerciabilità del prodotto
ELTIF 2.0
Il regolamento ELTIF 2.0, in vigore da gennaio 2024, è stato introdotto per rendere il prodotto più accessibile agli investitori.
Riduzione del taglio minimo di investimento (si passa da 10.000 euro a 1.000 euro)
Rimozione del limite di concentrazione (si può superare il limite del 10% del portafoglio)
Si tratta di una svolta particolarmente interessante per tutti i risparmiatori, che possono introdurre progressivamente questi strumenti all'interno dei loro portafogli.
Rispetto all’Economia Reale, scegliere Azimut significa scegliere chi nei private markets ci crede davvero. A giugno 2023 la raccolta sui private markets ha raggiunto il 9,5% del totale patrimonio gestito del Gruppo.
Scopri qui la gamma completa di prodotti di investimento in economia reale
Offriamo servizi di consulenza specialistica per investire sui Private Markets ed elaboriamo strategie di posizionamento a lungo termine su private equity, venture capital e private debt in Italia e nel mondo. Per maggiori info, richiedi di essere ricontattato
Una strategia in «lungo» con i titoli di Stato. Per chi può rischiare o ha un orizzonte di investimento pluriennale. L’obiettivo è quasi sempre lasciare ai posteri, figli, nipoti un’eredità che dovrebbe risultare apprezzabile e interessante. Ma serve capacità di reggere la volatilità perché le quotazioni possono subire oscillazioni importanti. Per chi sceglie queste scadenze come lascito ai propri cari, la quota del portafoglio da utilizzare potrebbe attestarsi tra il 20 e il 25% della componente obbligazionaria. Con prezzi decisamente al di sotto del valore di rimborso, si possono inserire in portafoglio Btp con scadenza da 27 a 48 anni, assistiti da cedole che oscillano tra l’1,70% e il 2,70 per cento. Il Btp con scadenza cinquantennale, all’atto del collocamento, il 7 aprile 2021, fissò il valore della cedola al 2,15%, la data di rimborso all’1 marzo 2072, e il prezzo a 99,467, per un rendimento lordo del 2,179%. I partecipanti al mercato, in pratica l’intera galassia bancaria del globo, richiese oltre 64 miliardi di euro. Il Dipartimento del Tesoro ne collocò 5, a riparto tra i vari sottoscrittori. Fondi pensione, in particolare, ma anche banche e singoli investitori. Che volevano sia rivendere parte dell’investimento effettuato, se il prezzo di mercato fosse aumentato, sia conservarlo in portafoglio, per riscuotere gl’interessi con cadenza semestrale, come i fondi pensione.
Il successivo aumento dei tassi d’interesse, a seguito dell’incremento del costo della vita, ha spinto al ribasso il valore di mercato del titolo e, in questa fase di mercato, lo si può inserire in portafoglio a 63,00, per incassare un rendimento lordo del 4% circa. A corollario di questo strumento, ve ne sono altri cinque con date di rimborso comprese tra marzo 2041 e settembre 2052, i cui valori di mercato oscillano tra 65,00 e 81,50. Completano l’offerta di debito pubblico lungo e scontato i Btp Futura, figli della fase di pandemia collocati con cedole di valore molto contenuto ma leggermente crescente, nel corso degli anni. La data di rimborso più ravvicinata è 17 novembre 2028, la più lontana 27 aprile 2037. Gli attuali valori di mercato oscillano tra 74,00 e 89,00. La prima emissione venne collocata a metà luglio 2020. Perché immettere in portafoglio queste tipologie di strumenti? Non solo per il basso prezzo d’acquisto, che, in ogni caso, dà luogo ad un esborso finanziario d’importo più contenuto, ma soprattutto perché la prospettiva di più riduzioni del tasso di riferimento della Banca centrale europea, dovrebbe favorire un aumento della quotazione di mercato. Evento, quest’ultimo, che si tramuterà in un guadagno in conto capitale, cedendo a mercato i titoli precedentemente inseriti in portafoglio.
Più complesso, ma non difficilissimo, sarebbe inserire i titoli con scadenze mediamente lontane, per poi riscuoterne il valore nominale, all’atto del rimborso. Anche se, pure in questo caso, a fronte delle possibili, ulteriori diminuzioni del tasso di riferimento della Bce di almeno un punto e mezzo, nell’arco di circa dodici mesi, il livello del valore di mercato salirebbe a prezzi via via superiori. E, avendo conservato in portafoglio i citati strumenti, le plusvalenze diverrebbero più corpose. In tabella, per par condicio, si è optato di inserire emissioni governative di altri Paesi di Eurozona con caratteristiche abbastanza simili, anche se, in effetti, cedole e date di scadenza non coincidono con quelle utilizzate per i titoli del Tesoro italiano. In questo caso, la redditività dell’operazione di acquisto, prima, e di cessione a mercato, poi, potrebbe evidenziare plusvalenze diverse da quelle che si dovrebbero realizzare con i Btp. Le quotazioni di mercato non sono infatti simili e, di conseguenza, i calcoli relativi alle differenze tra prezzi di vendita e di acquisto potrebbero assumere valori dissimili, ma sempre di segno positivo.
Circa il 30% della ricchezza delle famiglie italiane è fermo sui conti correnti o sui conti deposito. La tendenza è pressoché stabile negli ultimi 10 anni. Come si vede nello studio sopra riportato, detenere troppi soldi sul conto corrente per troppo tempo comporta una perdita ingente del potere di acquisto. Complice una scarsa educazione finanziaria, gli italiani faticano a ragionare sul medio/lungo periodo, precludendosi così interessanti opportunità.
Sui social imperversano sedicenti trader che propongono corsi su come diventare milionari e adolescenti che, dal loro attico a Dubai, spiegano come arricchirsi con le criptovalute. Prima di avventurarsi in questi mondi è bene ricordare che il 90% dei trader perde soldi.
Come fare allora ad allocare correttamente il proprio capitale senza correre rischi inutili? E' fondamentale ragionare sui propri bisogni, trasformandoli poi in obiettivi (che possano essere quantificabili) e dandosi una scadenza entro cui raggiugerli. L'immagine qui sopra mostra un metodo utile per approcciare il tema. L'assistenza di un consulente finanziario è preziosa: può far emergere bisogni latenti o inespressi e consente di realizzare un programma personalizzato ed efficiente.
Difficilmente potrai permetterti auto di lusso o residenze da favola, ma potrai garantirti una vecchiaia serena.